GARGANO Luigi

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Ripercorriamo, con l'aiuto del nipote Vincenzo Prudente, la storia del Cav. Luigi Gargano, storico pirotecnico Adelfiese, che grazie alla sua straordinaria arte ha scolpito la sua memoria nella leggenda dei più grandi pirotecnici.

Luigi Gargano, 92 anni, è soprannominato ”Barb'ngir”. Suo padre Trifone è il secondo marito della vedova Anna Bellomo, che dal primo matrimonio (1905) ha avuto un figlio. Un altro maestro dell’arte pirotecnica: Trifone Bruno. Luigi è un bambino intelligente e vivace. A scuola è brillante, e la sua bravura in matematica sarà fondamentale per i successi nel suo futuro lavoro. ll maestro incontrerà più volte la mamma Anna invitandola a fargli proseguire gli studi, ma le disponibilità economiche non lo permetteranno. All’età di otto anni trova a casa un mucchio di polvere da sparo. La tentazione di emulare suo fratello Trifone è irrefrenabile: prende la polvere, dei pezzi di sacchi del cemento, crea una batteria e accende la miccia. Dopo pochi secondi il materasso della camera da letto è in fiamme. Consapevole del danno, scapperà di casa e passerà le due notti successive dormendo su un albero, in campagna. Cresce facendo il garzone di bottega, aiutando suo fratello Trifone in fabbri ca. Impara così i segreti della pirotecnica, ponendo le basi della sua luminosa carriera. Da adolescente si troverà spesso a sostituire suo fratello Trifone alla guida della fabbrica, con risultati straordinari: dopo uno spettacolo pirotecnico in un paese vicino, il Comitato Feste locale si avvicina al campo fuochi per congratularsi con il “maestro”. Scopriranno sbigottiti che ad aver diretto quella batteria è stato un ragazzino alto la metà di una bomba da tiro. Appena ventenne, partecipa agli scontri del secondo conflitto mondiale in Sicilia. Catturato e portato in un campo di lavoro, riesce a fuggire insieme ad un amico. Attraversa lo Stretto di Messina, agitatissimo, su di una piccola barca, e da lì torna a piedi fino a Taranto, da sua sorella. Pochi metri più in là abita Concetta, che sposerà nel 1947. Da lei avrà cinque figli ed un matrimonio che dura ancora oggi da oltre 66 anni. Dopo essere tornato ad Adelfia, nel 1951 emigra in Venezuela. Quattro anni dopo ritorna e fonda la sua prima fabbrica pirotecnica Adelfiese. Non passerà molto tempo finché inizierà a mettersi in mostra, instaurando la leggendaria rivalità con suo fratello Trifone. l loro spettacoli sono vere battaglie fino all'ultima bomba, che attireranno l’attenzione di tutta l'ltalia. Nel 1960, tuttavia, chiude la fabbrica di Adelfia, accettando di lavorare a Bologna, presso la ditta Mastrodonato, nella quale dirigerà il lavoro di decine di operai. Nel 1961 viene chiamato per dare spettacolo alla festa del centenario d'ltalia a Torino. Viene invitato ad esibirsi in grandi piazze: a Recco, Sirmione, Venezia, Sanremo, Genova, Brescia e tanti altri luoghi. Resterà a Bologna fino al 1966, per ritornare ad Adelfia e riaprire la sua fabbrica. Padroneggia un'arte ormai eccelsa, affinata dalle esperienze nel nord Italia, e prova ne sarà la fama che conquisterà in seguito a vittorie e spettacoli mozzafiato. Tante saranno le volte in cui verrà portato in trionfo dal campo fuochi fino a Corso Umberto l.

Nel 1973 suo fratello Trifone muore nell'esplosione della sua fabbrica, e Luigi decide di lasciare ancora una volta Adelfia, questa volta recandosi a Torino, per lavorare presso la ditta Panzera. Vi resta qualche tempo ma, non sentendosi pienamente gratificato, nel 1979 per l'ennesima volta torna al suo paese di origine per rifondare la sua fabbrica, consacrandosi definitivamente nella storia dell'arte pirotecnica.

Si esibisce in tutta la Puglia, in Sicilia e spesso insieme alla ditta Bruscella gareggia contro i grandi maestri napoletani, superandoli quasi sempre. E in questi anni che arriva il riconoscimento più grande della sua carriera: viene nominato Cavaliere del Lavoro. Nel 1986 avviene un incidente dal quale si salva per un soffio: mentre lavora ad un macchinario, una distrazione provoca una scintilla che dà fuoco ad una miccia: se ne accorge in tempo e riesce a mettersi in salvo dall'esplosione di un immobile della fabbrica. Tuttavia la pioggia di materiale esploso lo colpisce ad una mano, che resta offesa a vita.

Dopo l'incidente, a 65 anni superati, termina la sua carriera da protagonista, e passa la ditta ai figli, cui non farà mancare comunque la propria presenza e sapienza. A metà degli anni '90, c'è ancora tempo per un ultimo grande spettacolo: è l'ultimo pirotecnico a sparare nei fuochi diurni di San Trìfone. La perfezione del ritmo, del suono, dei tempi dello spettacolo lascia meravigliati e commossi lui stesso e i suoi figli. Suo figlio Alfredo ha la pelle d'oca quando ricorda quei momenti: ha le mani tra i capelli e le lacrime sul viso quando, addirittura prima della fine del bombardamento, sente le urla di un'ondata di persone che corrono verso di loro per prenderli sulle spalle e portarli in trionfo. Nel 1997, quando gli anni di Luigi iniziano a farsi sentire, la fabbrica viene definitivamente chiusa. A tanti anni di distanza, il ricordo di "Mèst Luigi” è ancora limpido nella mente degli Adelfiesi. “Sul piano tecnico e della qualità, era superiore a tutti gli altri, non c’era storia”, ricorda Michele Bruno, suo grande amico. “Se la festa di San Trìfone è quella che conosciamo oggi - prosegue Michele Bruno - lo dobbiamo a lui e a Trifone Bruno. La loro rivalità è stata determinante per la crescita della festa, nessuno può negarlo. Se Adelfia deve costruire un monumento, deve farlo per loro due”. A distanza di tanti anni, il Comitato Feste San Trìfone, che conserva ancora il ricordo dei suoi spettacoli, in occasione degli ultimi festeggiamenti al nostro Santo Patrono lo scorso 11 novembre gli ha donato un'effigie ricamata con l’immagine di San Trìfone, “per la sua sapienza e fantasiosa manipolazione del fuoco pirotecnico”.

di Vincenzo PRUDENTE

(pubblicato su IL PONTE, mensile di attualità locale. Anno 2013)

 

Il Cav. Luigi GARGANO lascia questa vita terrena il 3 Giugno 2014, all'età di 93 anni.

 

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