mano.gifPer conoscere la gentilezza del popolo pugliese, "bisogna vedere le sue feste religiose, con i loro fuochi artificiali, i loro pellegrinaggi ed i loro miracoli".
Ed e' proprio un miracolo che, in quest'era di mass media, si siano, in Puglia, mantenute intatte le tradizioni legate al Santo Protettore della citta'.
Sono esempi di un passato che ritorna puntualmente ogni anno e che, alla data stabilita, mobilita tutta la popolazione residente o nata nel posto "protetto" dal Venerato.         
    
Santo e' colui che, per la Chiesa Cattolica, ha concluso il processo di canonizzazione con cui il supremo magistero ecclesiastico dichiara, in forma definitiva e solenne, che un cristiano e' attualmente nella gloria eterna ed intercede per noi presso il Signore per cui deve essere pubblicamente venerato da tutta la Chiesa.

Patrono e' quel Santo che ha fatto un miracolo per la citta' salvando la popolazione da gravi calamita' come la peste, la carestia, la siccita' e calamità in genere.

Per il credente, ancora oggi, il Protettore puo' intercedere presso la Divinita' per consentirgli di vivere un'esistenza libera dai mali del mondo per cui Gli e' dovuto il culto che consiste in preghiere, voti, viaggi per ricevere la Grazia. E' significativo, al riguardo, che questa forma di ossequio non nasce con l'avvento del cristianesimo, il desiderio di una garanzia Celeste, a cui e' dovuto omaggio, e' antico quanto il mondo.
Le divinita' greche e latine, secondo i riti pagani, avevano il potere di scendere tra i mortali per aiutarli per cui anche a Giunone, Marte, Venere, Cerere, ecc.. si innalzavano fuochi, si sacrificavano animali e si facevano correre carri ornati per le strade.
Leggende, miti, miracoli ed opere sono legati ai venerati di ogni tempo cosi' come i riti dovuti per ottenere qualche cosa nell'esistenza terrena. Le feste religiose assumono, in Puglia ed in particolar modo ad Adelfia, tutto il colore dei tempi andati e, anche se non si sacrificano animali, la devozione e la tradizione sono quelli di una volta.
La "Festa", dedicata al Patrono, e' attesa da tutti coloro che hanno eletto a loro Salvatore il protettore della citta', ma anche i non credenti, che in Puglia costituiscono la minoranza, partecipano alla festa come manifestazione di folklore.

Le strade della citta' si illuminano a festa.
Diversi giorni prima della ricorrenza i membri del Comitato Feste Patronali portano il messaggio per le vie del paese cominciando a raccogliere gli oboli volontari coinvolgendo tutti, il corso principale del paese è un grande cantiere coperto da archi colorati e luminosi , allestendo una grande fiera in cui si puo' comprare di tutto dalla biancheria ai pasticcini, dal trattore alla cartoleria, dall'abbigliamento ai quadri, etc..

Il clima di festa si respira, quindi, molto prima della ricorrenza religiosa e, alla data, tutta la popolazione, da ogni parte del mondo, scende in piazza per osservare la processione, per prendervi parte, attendendo anche i fantastici appuntamenti.
La processione consiste in un solenne corteo che accompagna la statua del Santo per le strade.
Vengono coinvolti anche i bambini vestiti come il Santo Martire, che seguono il corteo con mestizia e devozione a piedi o su cavalli riccamente bardati.
Precedono i fedeli, che con ceri accesi in mano, intonano canti o recitano preghiere rispettando, cosi', la promessa del viaggio.
Il viaggio, che consiste nell'accompagnare il Santo, per tutta la processione, viene fatto per gratitudine o per ottenere una Grazia, ossia un dono da parte del Patrono.
Accanto alle autorita' civili ed a quelle ecclesiatiche troviamo stendardi e bandiere che precedono la sacra Immagine, decorato e ricco di fiori.
Coloro che non hanno preso parte alla processione ma non per questo rinunciano alla protezione del Venerato, fanno offerte in denaro ottenendo, in cambio, un santino, in cui da una parte viene riprodotta l'immagine del Venerato e dall'altra la preghiera a Lui dedicata.

Difficile, anche per i non credenti, e' restare indifferenti a questa manifestazione di fede, di devozione e di tradizione intaccata solo dal tempo.

Accanto all'aspetto religioso, esiste quello piu' propriamente folkloristico che non collide, anzi si unisce, in un binomio inseparabile, con il primo.
Dalle più belle coperte esposte sui balconi, si passa alle bande con gli ottoni splendenti e le divise impeccabili.

Oppure, un altro lato folkloristico, riguarda l'usanza di gettare fiori o petali degli stessi alla statua di San Trifone Martire portato a spalla da alcuni devoti i quali oltre a correre il rischio di scivolare e di far cadere il Patrono, al termine del percorso sembrano cespugli fioriti

Come ogni buona festa che si rispetti, il lato mangereccio non viene trascurato.
Il menu' della giornata e' quello tramandato dalla tradizione che segue il ritmo delle stagioni e dei frutti della terra. Il re della tavola rimane l'agnello alla brace.
di Giovanni Scavo
(SanTrifone.it - anno 2002)

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