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Si dice che San Nicola è amante dei forestieri. Qui, a Montrone, è vero il contrario: sono i forestieri amanti di San TRIFONE. La festa di San TRIFONE è un rito in cui s'intrecciano armoniosamente sacro e profano. Storia, cultura e tradizioni locali riemergono prepotentemente e si rinnovano e si tramandano di generazione in generazione. Questa è l'ultima festa patronale d'Italia in ordine di tempo e la prima in assoluto in ordine di spesa. Si svolge in autunno, durante l'estate di S. Martino, nel periodo in cui gran parte del raccolto è stato effettuato e quindi i nostri avi (non dimentichiamo che eravamo un popolo dedito quasi esclusivamente all'agricoltura) potevano rinnovare i solenni ringraziamenti al Santo protettore che, con il miracolo delle cavallette, a suo tempo salvò il raccolto.
Da sempre la festa si apre con una grandiosa mostra - mercato dove si vende di tutto: dai capi d'abbigliamento agli articoli per la casa e agli attrezzi e utensili per l'agricoltura. Il resto ce lo vendono gli ambulanti di colore. Ai tempi della nostra infanzia si aspettava la festa di San TRIFONE per acquistare ed indossare i nuovi capi d'abbigliamento invernali e soprattutto per sedersi ad una bella tavola imbandita, dove c'era di tutto e con al centro sua maestà  il re: l'agnello. Quanto all'appetito, quello non mancava. I più ossequiosi della tradizione lo compravano vivo alla fiera (anche l'agnello si vendeva in fiera!) e così rinnovavano il rituale di famiglia: uccidere l'agnello e mangiarne subito il sangue soffritto, aromatizzato di lauro, la testina e le interiora cotte al forno a legna. Sapori e profumi d'altri tempi!
La parte sacra della festa, invece, cominciava all'alba, quando arrivava il primo gruppo di pellegrini che veniva segnalato con lo sparo di una bomba ad un solo colpo, la cosiddetta "diana". Poi la prima messa, a cui ne seguivano altre fino al mezzogiorno, quando iniziava la processione del Santo dalla Chiesa Madre, n corteo era preceduto da un'immensa folla di pellegrini disposti in fila ai due lati della strada, che pregavano e cantavano a squarciagola: " Evviva San TRIFONE, o San TRIFONE o santo, evviva San TRIFONE, che jind à Mmontron stae...".
Al centro della strada, fra le due ali di pellegrini, c'erano numerosissimi bambini con la divisa del Santo (ex voto, e ci sono stato anch'io), alcuni a piedi e altri a cavallo, lustrato e bardato a festa.
Quando il Santo, scortato da carabinieri in alta uniforme, giungeva a qualche metro prima dell'arco dell'orologio, iniziava la "riffa", una specie di asta pubblica intesa ad aggiudicarsi l'onore di portare il Santo a spalla per il giro del paese. Si stabiliva un limite immaginario per terra e, se la statua del Santo la oltrepassava, vinceva l'ultima offerta più alta. Battitore della "riffa" era il Presidente del Comitato feste. Quante liti fra i concorrenti! A volte la quotazione del Santo ha oltrepassato di molto la decina di milioni di lire.
Poi la processione proseguiva per le strade principali del paese (in quelle periferiche ci andava il giorno dopo) e terminava in Corso Umberto 1°, alla chiesa di Sant'Antonio. Qui si depositava il Santo con tutto il danaro raccolto durante il giro (abbastanza consistente) e tutti si andava a prendere posto su terrazzi e balconi per assistere alla gara dei fuochi pirotecnici diurni, con premio in danaro.
Maestro pirotecnico insuperabile era il Cav. Trifone BRUNO, "Barbnggìdd", di Adelfia, scomparso tragicamente il 20 ottobre 1973 per lo scoppio della sua fabbrica, in cui perse la vita anche un altro pirotecnico, suo genero Martino DONVITO.
Alla fine dei fuochi lo si andava a prelevare con la banda, in trionfo, e sulla cassa armonica, con l'ovazione popolare, il Presidente del Comitato feste gli appuntava sul petto il premio in danaro meritatamente stravinto. Ma la maestria di Trifone era nota anche all'estero e gli valse il primo premio in un'edizione della gara pirotecnica internazionale che si svolge ogni anno nel Principato di Monaco, il che è tutto dire.
Per la festa di San TRIFONE sono presenti a Montrone ghiottoni e buongustai, devoti e pellegrini (un tempo anche le battone, che adescavano vecchietti mezzi brilli), ma anche amanti della buona musica e numerosissimi rappresentanti dei Comitati feste della regione e fuori regione. Questi ultimi vengono ad aggiornarsi sulle diverse bande musicali, se è cambiato il maestro o la prima tromba, sul loro cachet, sul repertorio; altrettanto fanno con i pirotecnici per ingaggiarli alle feste patronali dei loro paesi. Poi, eccoli con il naso all'insù ad ammirare archi e ghirlande dei fratelli FANIUOLO, da sempre presenti nel nostro paese.
Per tutti, anche per i montronesi che solitamente pranzano dopo i fuochi del pomeriggio, c'è ancora un grandioso Luna Park. che, per la gioia dei bambini, consente loro di smaltire qualche chilo di troppo. Cambieranno i tempi e i personaggi, ma a Montrone, a San TRIFONE, sarà  più o meno sempre così.

di Nicola BERLEN

(articolo pubblicato sul periodico di Informazione locale: IN PIAZZA - Novembre 1994)

Sede del Comitato Feste Patronali ADELFIA-Montrone - foto 360°

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